Il ritorno in aula degli alunni delle scuole medie e superiori è un tema al centro del dibattito in corso in seno al Governo. Il ministro Azzolina vorrebbe il rientro immediato in tutta Italia, ma esecutivo e Regioni sembrano propendere per gli alunni in classe, al 50%, soltanto nei territori “gialli”
Per il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, è un forte auspicio, per il resto del Governo si tratta di una misura da concordare con i presidenti delle Regioni.
Ci riferiamo alla possibilità che il prossimo 7 gennaio gli studenti delle scuole medie e superiori di tutta Italia possano finalmente tornare in aula nelle rispettive scuole.
In realtà, a dispetto delle dichiarazioni del ministro dell’Istruzione, che parla di “scuola fin troppo sacrificata e di possibilità per gli alunni di tornare in aula in tutta sicurezza” la questione è più complessa di quanto non sembri.
Al momento, infatti, le indiscrezioni filtrate dal Governo paventano l’opportunità di un ritorno in aula soltanto per i territori che, dal 6 gennaio in avanti, esibiranno il colore giallo, e con un capienza ridotta del 50%.
Parecchie, dunque, sarebbero le Regioni fuori dal computo di quelle che riaccoglierebbero gli studenti in classe: Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Marche e Calabria.
A parte, poi, Campania e Puglia, i cui presidenti hanno preannunciato che, con apposita ordinanza, posticiperanno l’apertura delle rispettive scuole.
Insomma, finche l’Italia resterà zona arancione, è improbabile che i desideri di Azzolina siano esauditi.
Ma cosa prevede la zona arancione?
Cosa ci sarà permesso fare e cosa no, con ogni probabilità, nelle prossime settimane?
Riassumiamo le tre misure cardine, che non dovrebbero cambiare:
- Circolazione libera all’interno del Comune di residenza ma divieto di oltrepassarne i confini
- Apertura dei negozi fino alle ore 21
- Chiusura al pubblico dei servizi di ristorazione, disponibili però in modalità asporto