Nel mondo del business se c’è un aspetto di cruciale importanza, la cui gestione tende a fare il buono e il cattivo tempo: quello legato alla gestione finanziaria.
Un ambito alquanto complesso e per il quale sono richieste competenze e conoscenze in linea con gli sviluppi attuali, a livello tanto normativo quanto tecnologico, sia da parte del personale addetto di tipo amministrativo, sia da quanti lavorano a livello dirigenziale.
Uno degli strumenti più utili in tal senso è la cosiddetta prima nota cassa, la quale si inserisce all’interno del concetto generale di prima nota ed è relativa ai pagamenti in contanti.
In generale, si rivela estremamente utile per pianificare entrambi i flussi che interessano il cosiddetto cash flow, a sua volta un indicatore essenziale della salute e dell’attrattività di un’azienda.
Oggi ci soffermiamo sull’utilità della prima nota per le diverse realtà dell’economia contemporanea, analizzando con quali strumenti risulta attualmente possibile crearla.
Prima nota e cash flow
Per capire la validità della prima nota si rivela cruciale avere chiaro un altro concetto con cui si pone in correlazione: quello del flusso di cassa o cash flow.
Esso viene attualmente considerato, da parte degli addetti ai lavori, come la grandezza finanziaria più importante per le diverse imprese. Indica le variazioni positive o negative della liquidità di un’azienda che si verificano in un certo periodo di tempo.
Al suo interno si trovano sia il totale delle entrate (o cash inflow) che il totale delle uscite (o cash outflow).
Rappresenta perciò l’ammontare complessivo di denaro liquido che l’azienda ha a sua disposizione in un dato momento: ecco perché è visto come un elemento capace di decretare il successo o al contrario la crisi di una determinata attività.
E la prima nota? Si tratta di uno strumento, per l’esattezza di un documento, in cui viene tenuta traccia delle diverse operazioni di pagamento, di quelle in contanti (prima nota cassa) come di quelle che presentano tracciabilità (prima nota banca).
Al suo interno vengono riportati entrambi i movimenti del cash flow, le entrate e le uscite. Risulta, quindi, una soluzione che quando ben attuata si rivela efficace per avere sotto controllo il flusso di cassa: ecco perché si rivela così utile e persino necessaria.
Come fare la prima nota?
Esistono diverse procedure attraverso cui creare la prima nota: un documento non obbligatorio per legge ma molto efficace per una gestione finanziaria tout court, nonché per la redazione del libro giornale (questo sì necessario a livello normativo).
Se una volta la sola modalità con cui predisporla prevedeva un’applicazione manuale, con la diffusione dell’informatica le cose sono cambiate e hanno visto dapprima l’impiego di programmi come Excel e Word, per lasciare successivamente spazio a software ad hoc.
Ed è proprio quest’ultima opzione, ovvero utilizzo di programmi specifici per la gestione dei pagamenti, quella vista oggi come la più valida per la compilazione della prima nota.
Il motivo? Se nelle altre soluzioni l’eventualità di incappare nell’errore è quanto mai frequente e possibile, non così si può dire con l’uso dei programmi di ultima generazione, che permettono di ottenere dati “puliti” e privi di incongruenze.
Informazioni preziose per le imprese che avere impeccabili si rivela prioritario per la stabilità stessa delle finanze e del business.