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Libri tratti da film, eccone 5 da vedere almeno una volta nella vita

da | 5 Mar 2021 | Arte e Cultura

Ecco cinque film tratti da libri che vale la pena vedere. Attenzione: se avete già letto i libri, bene, ma se non lo avete fatto, è probabile che i film vi facciano venir voglia di acquistare la versione cartacea della storia!

 

IL MIGLIO VERDE

“Il miglio verde” diretto da Frank Darabont è la trasposizione cinematografica dell’omonimo libro di Stephen King. La storia ha come protagonista Paul Edgcombe, capo delle guardie del braccio della morte (blocco E), nel penitenziario di Cold Mountain, lungo un corridoio noto come “il miglio verde”. Conosciamo i vari detenuti in attesa di giudizio, e soprattutto Coffey, gigantesco uomo di colore, condannato a morte per aver stuprato e ucciso due bambine.

L’intelligenza di Coffey non è brilla ma è dotato di poteri sovrannaturali. Durante la storia ci chiediamo chi sia veramente Coffey ed è impossibile non porci delle domande sulla pena di morte e cercare di capire quale sia la nostra personale posizione al riguardo.

Fra il film e il libro, come spesso accade, ci sono delle differenze: tanto per cominciare, la storia nel libro è ambientata nel 1932 mentre nel film siamo nel 1935 e nella versione cinematografica troviamo uno sfasamento nell’ordine temporale d’arrivo al “Miglio Verde” da parte dei detenuti, l’assenza del personaggio di Brad Dolan e varie variazioni nonché piccoli errori. Sia il libro sia il film, a mio parere, meritano moltissimo, è una storia complessa, ben strutturata, con personaggi che non sono “buoni” o “cattivi”, ma si trovano in quella condizione di grigiore tipica dell’essere umano, che fa riflettere su tematiche importanti con sensibilità.

 

UNBROKEN

La versione cinematografica di “Unbroken” (italianizzato in “Invincibile”), prodotto e diretto da Angelina Jolie, è la trasposizione del libro “Unbroken” di Laura Hillenbrand. Il libro racconta la storia vera di Louie Zamperini, immigrato italiano negli Stati Uniti; un ragazzino che già a 9 anni si ficca spesso nei guai bevendo, sfidando la polizia e pensando di non valere granché. A fargli cambiare idea ci pensa suo fratello maggiore, che vede in lui del potenziale e lo incoraggia a credere in sé stesso. Louis diventa un ottimo atleta, la velocità superlativa lo ha portato alle Olimpiadi e a incontrare Hitler.

Durante la Seconda Guerra Mondiale il suo aereo, dov’era con altri ragazzi, subisce un incidente e Zamperini e i suoi colleghi rimangono dispersi in mare, su un gommone, per 47 giorni. Vengono “salvati” da una nave giapponese; per due anni Louis si ritrova prigioniero dei campi di concentramento giapponesi, un lato della Seconda Guerra Mondiale di cui in Italia sentiamo parlare raramente.

Ma qual è la particolarità di questa storia? Louie ha subìto così tante brutture che avrebbe avuto ogni diritto di odiare tutto e tutti, invece scopre la propria forza, la propria resilienza, non tradisce mai i valori in cui crede, e riesce a rispondere all’odio con l’amore. Il film, ovviamente, si è concentrato su aspetti focali della vita di Zamperini, altrimenti, se fosse stata una trasposizione precisa del libro e della vita intera di quest’uomo (stra)ordinario, sarebbe durato 10 ore!

La storia di Louie ci mostra e ci ricorda la resilienza e la forza dello spirito umano; ci rammenta che sta a noi scegliere come rispondere alle avversità. Personalmente ho visto il film (è disponibile su Netflix), e sono rimasta così colpita dalla storia di Zamperini che ho ordinato il libro. E non vedo l’ora di leggerlo, per approfondire una storia così importante.

 

HARRY POTTER

Chi non ha mai letto i libri di “Harry Potter”? E’ probabile che, fra voi lettori, la maggior parte li abbia letti, soprattutto se avete dei figli. E saprete benissimo che ci sono stati degli adattamenti cinematografici della celebre vicenda del mago Harry. Il primo libro è stato pubblicato ormai nel lontano 1997, e ben presto l’autrice, J.K. Rowling, ha conosciuto, grazie alla sua creatura, la fama e la ricchezza.

Le trasposizione cinematografiche, accompagnate da videogiochi, souvenir e perfino parchi di divertimento a tema, hanno, come capita spesso, delle variazioni rispetto ai libri. Nel cast figurano:  Daniel Radcliff nei panni di Harry, Emma Watson nei panni di Hermione e Rupert Grint nei panni di Ron, più tutta una serie apparentemente infinita di attori, per ogni singolo ruolo secondario.

C’è chi preferisce la versione cartacea e chi quella cinematografica, sostenendo che arricchisca quella dei libri. Per togliervi il dubbio, leggetevi la saga e poi concedetevi una maratona dei film… ammesso che non l’abbiate già fatto!

 

LA CUSTODE DI MIA SORELLA

Tratto dal libro di Jody Picoult, “La custode di mia sorella” è un dramma famigliare corale. La protagonista è Anna, adolescente che decide di non volersi sottoporre all’ennesimo esame per aiutare la sorella Kate, malata di leucemia, sostenendo che “il corpo è mio”.

Quest’avvenimento da il via a una vicenda che parla di rapporti famigliari, vita, morte, sacrifici, diritti. Ci sono variazioni, con delle scene aggiunte (quella del mare, bellissima ma che non c’è nel libro), e delle parti tolte (il fratello Jesse viene mostrato un po’ diversamente, non c’è la storia d’amore fra Julia e Campbell…).

Il finale è praticamente opposto a quello del libro. Penso che sia il libro sia il film vadano affrontati almeno una volta nella vita, per renderci conto dei drammi che possono esserci intorno a una famiglia con un figlio gravemente malato, e altri figli ugualmente bisognosi di attenzioni.

 

RAGAZZE INTERROTTE

Diretto da James Mangold e prodotto da Wynona Ryder, “Ragazze interrotte” è un film ispirato al libro di Susanna Keysen dal titolo “La ragazza interrotta”. Si tratta di una biografia, ed il libro è uscito nel film 1993. Il film è uscito qualche anno dopo, nel 1999. Susanna è la protagonista indiscussa della storia, e accenna a malapena alle altre donne ricoverate.

Questa è la principale differenza con il film, dove invece conosciamo bene anche le altre donne, che presto diventano amiche della protagonista. Sia il libro sia il film cercano di parlare in maniera onesta di ciò che spesso è ancora un tabù, la malattia mentale.

Ho letto solo stralci del libro, ma ho particolarmente apprezzato il film, nonostante la tematica, la storia non è pesante, anzi, scorre bene e mostra una falsità voluta dalla società non troppo differente da quella odierna dove, se non sei omologato, sei pazzo. Come dice Susanna: “Sono mai stata matta? Forse sì. La follia non è essere a pezzi o custodire un oscuro segreto. La follia siete voi o io, amplificati”.

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