Le risorse umane rappresentano un patrimonio intangibile di cui ogni azienda può dotarsi, per dare valore aggiunto e ottenere un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza.
Dotarsi di talenti, quindi, è una priorità che molte aziende si stanno ponendo, consapevoli dell’importanza strategica che il loro ruolo può rivestire in termini di innovazioni e soft skills, necessarie a raggiungere gli obiettivi aziendali.
Trattenere talenti, però, e ancor più attrarli all’interno del proprio staff non è affatto semplice, soprattutto in un contesto lavorativo complesso come quello che si sta attraversando.
Le dinamiche che muovono il mercato del lavoro si stanno evolvendo e le esigenze dei lavoratori e i metodi di lavoro stanno mutando a una velocità che, spesso, molte PMI non riescono a mantenere.
Per questa ragione, tante imprese hanno iniziato a progettare una strategia di Employer Branding, all’interno del più ampio progetto di marketing e comunicazione che normalmente seguono.
A ben guardare, almeno in termini sostanziali, non c’è una grande differenza rispetto alla normale strategia di gestione delle risorse umane, sino a ora adottato dalle grandi multinazionali.
Nelle imprese più strutturate, di fatto, il concetto di ambiente di lavoro sano, la buona reputazione aziendale rivolta ai dipendenti e soprattutto le iniziative volte a migliorare il loro benessere in azienda sono sempre state una priorità, per il semplice fatto che un lavoratore soddisfatto è una risorsa che rende maggiormente.
Qual è allora la grande novità dell’Employer Branding e come si può applicare da parte delle imprese?
Cos’è l’Employer Branding?
L’Employer Branding in linea teorica ricalca quelle strategie di marketing e comunicazione finalizzate a costruire una buona reputazione aziendale, agli occhi dei suoi stakeholder, che siano essi clienti, investitori, soci e, non ultimi, i dipendenti.
Ciò che cambia e lo caratterizza in maniera distintiva è il target a cui si rivolgono queste attività, rappresentato appunto dai dipendenti e dai potenziali collaboratori, e gli obiettivi, poiché l’ambiente di lavoro, più che la missione, i prodotti o servizi offerti, diventa il vero oggetto da promuovere.
Lo scopo è quello di creare un’aura intorno a esso che lo faccia percepire ai lavoratori come il luogo migliore in cui essere occupati, quello a cui ambire come definitiva sistemazione.
Questo ha il duplice scopo di rendere appetibile l’azienda in quanto ambiente di lavoro e consolidare la sua reputazione verso i dipendenti e verso l’esterno.
Quali azioni intraprendere per una strategia di Employer branding?
Le azioni da intraprendere per implementate una strategia di Employer Branding sono tante e spaziano da quelle più meramente progettuali, legate all’analisi SWOT dell’ambiente lavorativo e la strategia da intraprendere, fino a quelle più materiali, come distribuire un House Organ interno o stampare dei biglietti da visita aziendali accattivanti da distribuire nel corso di eventuali open day o jobs day.
Comprendere a priori quali sono i punti di forza e di debolezza dell’ambiente di lavoro è certamente il primo passo da compiere, per individuare eventuali fonti di insoddisfazione e frustrazione da parte dei dipendenti.
Agire su questi, poi, attraverso iniziative mirate a gratificare i talenti, non solo dal punto di vista economico quanto anche di crescita professionale è il modo migliore per trattenere e attrarre le migliori risorse umane sul mercato.
Ma agire internamente è solo il primo passo, perché una volta creato l’ambiente di lavoro ideale, bisogna farlo sapere anche fuori dal contesto.
In tal senso vale la pena individuare due fattori cruciali per la buona riuscita delle azioni di marketing finalizzate all’Employer Branding, l’Employee value proposition, ovvero quell’elemento che rientra nel più ampio concetto di valore aggiunto di una impresa, che i lavoratori dovrebbero riuscire a trovare nell’azienda, rispetto agli altri contesti di lavoro, e il profilo del candidato tipo.
Va disegnato un profilo ideale di candidato, in modo da far leva sui punti giusti, all’interno dei contenuti di comunicazione.
L’ultimo passo è dare visibilità all’ambiente di lavoro, alle iniziative intraprese per incentivare i dipendenti e le loro esperienze positive, in modo da arrivare al target di riferimento.
Questo si può espletare sia attraverso canali online, come blog aziendale, sito web, pagine social, oppure offline, con fiere, eventi e materiale cartaceo.